La lesione del legamento crociato è un rischio frequente per gli sportivi: pur trattandosi di un evento serio, una buona riabilitazione può risolvere del tutto il problema.
Il ginocchio è un’articolazione complessa, al tempo stesso forte e delicata: soggetto a numerose leggi biomeccaniche, svolge quotidianamente un grosso lavoro, ed è per questo che ogni sua minima disfunzione è capace di causare grossi scompensi.
Possiamo distinguere, in primis, tra la lesione del crociato anteriore (LCA) e posteriore (LCP).
Di cosa si tratta? Il legamento crociato anteriore è un cordone fibroso molto resistente, collocato al centro del ginocchio e teso fra la tibia e il femore. La sua tensione evita che tibia e femore si allontanino, fornendo così un fondamentale ruolo di stabilizzazione dell’arto.
Questo tipo di lesione è molto frequente in chi pratica sport ad alto impatto, come il basket, la pallavolo o lo sci, ed avviene quando il ginocchio è sottoposto ad una ipertensione troppo violenta o ad una eccessiva rotazione.
Le decisioni terapeutiche e chirurgiche sono piuttosto variabili e generalmente precedute da una risonanza magnetica per escludere l’insorgenza di altre lesioni, a carico di cartilagine e menischi.
Queste lesioni, infatti, possono verificarsi in forma isolata o in associazione a lesioni dei menischi o degli altri legamenti del ginocchio.
I sintomi cambiano da caso a caso e da paziente a paziente, ma il tipico quadro clinico prevede gonfiore e dolore marcati, assieme ad una riduzione della funzionalità: è frequente la sensazione di cedimento dell’arto.
L’iter di cura, conservativo o chirurgico, tiene conto di molte variabili: presenza o assenza di lesioni associate, livello di attività sportiva praticata, età del paziente. Ad esempio, la possibile operazione potrebbe essere programmata anche nei mesi successivi all’infortunio, senza che ciò crei alcuno svantaggio.
La lesione del legamento crociato posteriore è molto più rara ed è per lo più conseguente ad un trauma tale da spingere la gamba all’indietro, superando la resistenza dei legamenti.
Può accadere nel caso di sport di contatto o incidenti stradali, di conseguenza non possiamo parlare di diagnosi precoce e prevenzione.
Il trattamento conservativo è piuttosto frequente, mentre la strada chirurgica è riservata ai casi in cui il paziente lamenta instabilità anche dopo la fase riabilitativa.
Notizia originale su: www.isokinetic.com